Il lungo esplosivo addio: elogio (un po’ nostalgico) dei Cacciatori di Miti

Ieri sera su Discovery Channel (piattaforma Sky) è andato in onda l’ultimo esplosivo, è il caso di dirlo, episodio di una delle nostre serie preferite: i Mythbusters.

Siccome finire è un po’ morire, (lo sapete già no?) ammetto che qui in Officina siamo un po’ tristi. Dopo tredici anni, 260 episodi, 2950 esperimenti e 1050 miti esplorati (!!!) la Premiata Ditta Savage Hyneman ha chiuso i battenti.
Tori Belleci, Kari Byron e Grant Imahara hanno lasciato dopo la decima stagione per motivi legati al buisness (i soldi, i soldi…) ma senza rancori; a differenza di tanti altri show televisivi qui i conduttori sono persone urbane e civili. Nonostante facciano delle cose che normalmente ti porterebbero in galera senza tanti complimenti.

Sapete perché mi piacciono tanto? Beh, il primo motivo credo sia chiaro a tutti: Kari Byron.

 

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Per la scienza!!!

L’avete presente, no?! E’ la Perfetta Donna Ideale del vostro Capofficina (metalmeccanico arrapato): indossa T-shirt dei Venom, è una grandissima Nerd e guida qualsiasi mezzo abbia delle ruote…. in secondo luogo, anzi, va di pari passo con quella bella entusiasta della scienza, hanno il laboratorio dei miei sogni; pensate a qualcosa e lì dentro la troverete: ogni sorta di meraviglia moderna atta a costruire e distruggere. Inoltre i  Mythbusters propongono sempre esperimenti scientifici seri, basati sulla logica, le leggi della fisica e lo studio dei fenomeni che di volta in volta si presentano loro. Il loro motto è: Per la Scienza! E dimostrano a tutti gli “scettici” che la scienza è una cosa divertentissima, e che senza la fantasia la scienza non va da nessuna parte. Per tredici anni hanno divertito il pubblico con esperimenti, fallimenti, prove e smentite di ogni livello e grado. Ci hanno ricordato perché troviamo tanto divertente ed eccitante giocare col Meccano degli Adulti e il Piccolo Chimico Troppo Cresciuto: perché nel profondo siamo un branco di agenti del caos in incognito. Loro possono fare tutto quello che noi possiamo solo sognare, e lo fanno sempre in nome della scienza! Hanno approfondito leggende urbane, video virali, scene di film, storie di tutti i tipi, spesso suggerite dai fan. Possono aver sbagliato, non centrato gli obiettivi, usato metodi che non tutti avrebbero esplorato, ma lo hanno sempre fatto utilizzando la logica e le leggi fisiche. Mythbusters è stato l’unico programma della nostra generazione a dirci che la scienza è una roba fichissima con cui non solo ti ci puoi divertire, ma addirittura che potresti anche imparare qualcosa di nuovo senza dover fare fatica su un libro scolastico! (che di solito è la zeppa del tavolino su cui in Officina giochiamo a birra pong) E non è poco gente, non è poco.

 

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Al mio segnale… scatenate l’inferno!!

 

Il motivo più sincero per cui lo abbiamo amato tanto però è uno solo: quei ragazzi ci sanno davvero fare quando si tratta di far saltare in aria le cose.

Hanno fatto saltare in aria scaldabagni per vedere se avrebbero prodotto l’effetto razzo. Hanno fatto esplodere il bunker di Hitler. Menzione speciale per tutti gli incidenti automobilistici; auto fatte deflagrare, gettate da dirupi, prese a mazzate, schiacciate, gettate in laghi, piscine, incendiate. Quanti proiettili sparati! Elenchi del telefono usati per rendere un’auto blindata, impianti autoradio  al massimo volume per vedere se un fucile sul sedile può sparare da solo, bicchieri infranti, piatti rotti e soprattutto, tanto, tantissimo anfo, TNT, tritolo, candelotti di dinamite. Tanti quanti la quasi totalità degli episodi.
Diamine! aspettavo trepidante il momento in cui avrebbero fatto detonare qualsiasi cosa possa farlo per fare un salto sul divano gridando come un bimbo la mattina di Natale. Vedete, adoro l’odore del napalm il mattino presto e non resisto quando alla fine cedono all’impulso devastante di dimostrare con ogni mezzo i miti in questione. La scusa ufficiale che ogni volta adducono è che questo è l’unico modo di dimostrare un mito, quindi ci dicono che non è plausibile o è sfatato, ma in realtà danno sfogo al nostro desiderio mortifero di vedere le cose saltare in aria, perché loro hanno accesso al più grande Piccolo Chimico del mondo.
E lo usano per noi: in fondo gente, non è quello per cui abbiamo scaldato il pop corn nel microonde?!

L’ultimo episodio non a caso è stato davvero il più esplosivo della loro storia; hanno fatto saltare in aria il povero Buster, anzi lo hanno disintegrato con il cannone a razzo; Buster, il vero grande eroe silenzioso del programma, il manichino da crash test per cui tutti provano empatia, e poi Jamie ha costruito la madre di tutti cunei, con cui Adam ha distrutto un chilometro e mezzo di miti sfatati, confermati o plausibili nella loro location preferita: Alameda, circuito e poligono. Ovviamente il finale, quello vero, è stata la più sontuosa esplosione della storia del programma: una betoniera riempita di 2500 chilogrammi e mezzo di anfo…. altro che napalm al mattino presto!

 

 

Finire è un po’ morire. Anche saltare in aria a volte, è un po’ morire. I Mythbusters hanno terminato i loro esperimenti perché è giusto così, in fondo le cose belle prima o poi devono finire. Forse torneranno sotto altri nomi o formati, ma il divertimento tramite intrattenimento scientifico messo in piedi da loro non ha prezzo. Hanno titillato i desideri di tutti i nerd quattrocchi  chiusi nelle loro camerette a progettare sfacieli, spiegando loro che con la giusta T-shirt e il sorriso sornione anche loro avrebbero potuto conquistare il mondo. Mi mancheranno da matti, Adam, Jamie, Kari (mmhh), Tori e Grant. In ogni caso però dico loro: distruggiamo e divertiamoci: facciamolo per la scienza!!!

Credo non ci siano dubbi. Mentre guardi i cacciatori di miti non puoi che ascoltare certe cose!!!

 

Categorie: Personaggi, Televisione

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