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Alessandra Pozzi - Il Capofficina autore del Blog

Il Capofficina – Alessandra Pozzi

Il Capofficina (all’anagrafe clandestina dei metalmeccanici, Alessandra Pozzi, autore “anonimo” di questo Blog) nasce a Bologna, in mezzo ai tumulti, nell’Ottobre 1977, tra radio clandestine, strani musicisti e professori un po’ picchiatelli. Ecco da dove arriva la sua propensione alla Lotta Armata di qualsiasi cosa: dalle penne stilografiche senza inchiostro ai giradischi va tutto bene, basta che tagli peggio di una spada.
Decide a nove anni che vuole diventare scrittrice e chiede a Babbo Natale il Meccano, il Dolce Forno Harbert e una Olivetti. Il Meccano rimane nel sacco di Babbo ma quell’Olivetti è ancora in Officina come talismano portafortuna.
Tenta la carriera da Rock Star, ma non avendo il fisique du rol è costretta a lasciar stare.
Come molti coetanei, più che un Curriculum Vitae possiede l’enciclopedia dei mestieri: operaia, grafica, metalmeccanica, commessa, impiegata, promoter, cameriera (un must irrinunciabile per ogni studentessa universitaria!), scrutinatrice alle elezioni e una miriade di lavori non retribuiti.
Ha infatti un’esperienza di volontariato invidiabile: dalla sanità, all’impegno civile fino ad arrivare  alla cultura.
Non si sa bene come, ma riesce anche a laurearsi nella migliore tradizione del DAMS: con dieci anni di ritardo. Lo fa, per non essere guardata di sottecchi e con sospetto dai suoi colleghi sfattoni, con una tesi strampalata su un vecchio film muto danese che guarda caso, parla di stregoneria.
Nutre un’insana passione per la storia medievale, la roba vecchia presa dai cassonetti e i concerti metal.
Da brava Metalmeccanica è ovviamente metallara, ma non disdegna il Rock’n’Roll, la musica classica e il vecchio blues.
Questo amore per la musica la porta nel 2017 a diventare dj e podcaster presso RFA Radio Frequenza Appennino (www.frequenzappennino.com) col suo programma Antennista Rokkettaro (vedi tutti i podcast QUI), dove sfoga la strana passione per la vecchia televisione, possibilmente brutta, e la bella musica ad alta gradazione.
Ovviamente è sfegatata per il genere Horror col quale intrattiene uno stretto rapporto d’Amore e Morte.
Non ha mai partecipato a concorsi letterari[1] per paura di (non) vincerli, essendo notoriamente pigra, svogliata e codarda, ma questo non le ha impedito di (auto) pubblicare la sua prima raccolta di racconti nel 2017: Quotidiano d’Ombra (disponibile sul sito www.ilmiolibro.it).
E’ sempre ben disposta a “portarlo a spasso” e presentarlo. L’unica cosa che chiede in cambio è una birra senza glutine, possibilmente ghiacciata, e un sacchetto di noci di macadamia (di cui è ghiottissima); se siete organizzatori di eventi e vi serve una scrittrice trascinatrice di folle lei è sempre disponibile (ricordatevi solo le noci di macadamia!). Nella sezione scrittoio di questo Blog sono presenti alcuni suoi racconti.
Non vivendo di sola Meccanica delle Arti, a tempo perso, è anche fotografa e scultrice; si diverte a fare foto in bianco e nero e a scolpire mostri che escono da sotto il letto e dai lavandini.
Quando non dorme sugli allori nel suo paese (bellissimo e ospitale), Marzabotto, la potete trovare a bighellonare con la macchina fotografica in una mano e il registratore nell’altra. Se la incontrate e la vedete gesticolare da sola non preoccupatevi: parla con la minicassetta, perché lei è all’antica (e come detto sopra, ama la roba vintage), quindi non spaventatevi, è innocua.
Essendo una Storyteller per vocazione, le cose migliori non le vive, ma le inventa di sana pianta!
Buona lettura e non dimenticate di timbrare il cartellino.
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1
A dire il vero ha provato quattro volte col concorso “Coop for Words”, ma nessuno dei giudici se n’è mai accorto.